Ultimamente mi accorgo di avere un po di difficoltà a scrivere in modo fluido o fluente che dir si voglia; mi rendo conto che scrivere, scrivere bene, raccontare un avvenimento o un sentimento riuscendo a trasmettere ogni sottile sfumatura non mi riesce più semplice come una volta e dire che adoravo i temi di italiano a scuola. Sarà che a furia di scrivere sms e mail la mia capacità retorica si è molto striminzita?
Accolgo con entusiasmo la proposta di Danielle che con il suo progetto Journal day mi offre la possibilità di fare un po di esercizio di scrittura.
Ecco il prompt #1 ovvero la prima traccia :
Ognuno ha un momento della propria vita che vede come un crocevia. Talvolta si può vedere mentre accade ed essere in grado di scegliere una strada piuttosto che l'altra. Altre volte si può non rendersene conto finché non si guarda indietro e si vede ciò che è stato davvero un punto di svolta. Questa settimana scriviamo di un momento che vediamo come un marcatore nella nostra vita, un luogo distinto in cui le cose sono cambiate, in meglio o in peggio.
Il mio crossroad
Posso individuare in modo assolutamente preciso il momento, il luogo e la circostanza in cui sono diventata adulta.
A vent'anni di distanza, con la patina del tempo che ha stemperato i bordi dolorosi dell'avvenimento e la maturità che mi consente di accettare l'ineluttabilità di ogni nostro istante su questa terra ed in questa vita, riesco a vedere chiaramente nella morte improvvisa di mio padre l'occasione di lanciarmi nel mondo, sopravvivere e diventare proprio me.
Sono stata una di quegli adolescenti fortunati, entusiasti della vita e senza scariche di malinconia ormonale, di quelli che vedono il futuro come un immenso mare di possibilità da cogliere e sogni da realizzare, avevo solo sedici anni e vivevo la mia vita serena e perfetta.
Vedevo chiaramente i miei obiettivi, facevo progetti, programmavo il mio futuro nei minimi dettagli, sapevo perfettamente "cosa" volevo diventare.
Dovevo terminare il liceo, prendere una laurea in scienze politiche, imparare cinque lingue e darmi alla carriera diplomatica così avrei girato il mondo per lavoro, nel frattempo mi sarei sposata ed avrei avuto almeno tre figli.
Ma la vita è quel che ci accade mentre stiamo facendo altri progetti ed ha la fastidiosa tendenza a scombinare i nostri piani e cambiare le carte in tavola, non sempre questo è un male poiché ci apre la strada verso opportunità che non avremmo mai considerato.
Oggi mi rendo conto che quell'evento così tragico ha segnato una netta linea di demarcazione tra la fantasia e la realtà, è stato il momento in cui ho smesso di pensare a cosa volevo diventare per cominciare a capire "chi" volevo essere.
Certo le nostre vite, quella di mia madre mia sorella e la mia, sono state stravolte, far fronte a tutte le difficoltà che ne sono derivate è stato faticoso, spesso doloroso, ed ha richiesto molte rinunce e molti cambi di programma.
Così alla fine non ho una laurea ( ma non è ancora troppo tardi, chissà! ) e non sono diventata un'ambasciatrice, però ho viaggiato tanto lo stesso e per diletto piuttosto che per lavoro così credo di essermela goduta molto di più; conosco un po di inglese e di francese e mi sto cimentando con il cinese che è una vera sfida alla mie più buone intenzioni e mi spinge a fare del mio meglio.
Sono sposata da quasi dieci anni e se cerco di sovrapporre l'immagine mentale di marito che avevo a sedici anni con quella reale dell'uomo che ho accanto mi vien da sorridere per l'ingenuità di allora e per la tranquillità dell'impegno preso con l'uomo giusto per me.
Ecco quanto ai tre figli ci stiamo lavorando.
Certo allora non avrei mai immaginato che diventare madre sarebbe stato viaggio così lungo, accidentato, complicato e alla fine così entusiasmante.
Quando guardo mio figlio, quando lo abbraccio, il figlio che viene dal mio cuore invece che dal mio grembo e lo sento così intimamente mio, sento il privilegio di averlo dovuto cercare così a lungo, di aver dovuto lavorare così duramente per raggiungerlo, perché concepire un figlio nel cuore e nella mente piuttosto che in un corpo che non è adatto a farlo ti fa rendere conto veramente di quale straordinario dono sia un figlio e di quale enorme responsabilità esso comporti.
Quindi, un figlio c'è, il secondo è in viaggio, per il terzo....dovrò comprare una bottiglia di buon vino e circuire subdolamente il povero ignaro marito.
Fino ad oggi la mia vita è stata piena di sfide, non ho mai pensato di non essere in grado di superarle.
Ogni momento difficile, ogni problema affrontato, ogni realtà che ho imparato ad accettare hanno fatto di me la persona che sono e se mi guardo dentro sono soddisfatta di ciò che vedo.
E tu saresti quella che ha difficoltà a scrivere???? Questo post è molto bello, come il tuo papà, che sarebbe molto fiero della donna che sei diventata
RispondiEliminaParlare del mio papà mi emoziona sempre...eravamo molto simili ed a volte mi capita di immaginare come sarebbe stato il nostro rapporto da adulti.
EliminaBellissimo! Alessia
RispondiEliminaGrazie mille :-)
EliminaHo letto di filato tutto il tuo blog e... che dire? A volte ho avuto le lacrime agli occhi, ma un'emozione costante ha seguito ogni tua parola. Quando l'amore si manifesta in modo così limpido, è impossibile non essere felici.
RispondiEliminaTi auguro davvero ogni bene
Ti ringrazio per aver dedicato tanto tempo al mio piccolo mondo e sono molto felice di sapere che ti ha restituito forti emozioni...sono passata a fare un rapido giro da te ma ritornerò per approfondire la tua conoscenza.
EliminaSi, bellissimo post, come il tuo sguardo gia' cosi determinto e forte in questa foto.
RispondiElimina(sai che ti dico? la laurea e' l'ultima delle cose necessarie a questo mondo...certo, se vuoi farla per soddisfazione personale, non ho dubbi che riusciresti a farlo, e pure bene!)
E vero che poi si imparano molte più cose fuori dai banchi....magari alla fine mi prendo una laurea in qualche improbabile materia tipo storia delle tazzine cinesi da the....
EliminaP.s. anch'io quoto TicToc.....Picca e TicToc mi piace un sacco!!!
Sto leggendo il tuo blog, questo post mi ha fatto scendere i lacrimoni....forse dovremmo vederci come delle privilegiate perchè la strada lunga verso i nostri figli ci da la possibilitá di crescere e migliorarci. Un abbraccio e piacere!!!!
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